(PDF) Il rapporto medico-paziente oggi

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40“LA SCUOLAOFFREUN QUADROSEMISBIADITO”I ragazzi diversamente abili sono spessodel tutto abbandonati a se stessi o allontanatidalle aule con varie motivazioni, sovente an-nullati nella loro essenza di persone, ragazziche possono e devono fare, lasciati inabili vo-lutamente.La scuola, purtroppo, ancora oggi offreanche questo panorama, un quadro semi-sbiadito rispetto ai principi pedagogici e legi-slativi fondamentali enunciati fortementenelle pagine della storia della pedagogia, cheinvitano ad una forte riflessione e a una presadi coscienza globale rispetto ad una scuolache può e deve cambiare, garantendo la tu-tela di un’istruzione e di un diritto alla qua-lità della vita che sia tale per tutti.Note:1Legge n. 118/71, art. 28: “… l’istruzione dell’obbligo deve avvenire nelleclassi normali della pubblica scuola, salvo i casi in cui i soggetti siano affettida gravi deficienze intellettive o da menomazioni fisiche di tali gravità daimpedire o rendere molto difficoltoso l’apprendimento o l’inserimento nellepredette classi normali …”.2Legge del 11.05.1976, n. 360: “… l’obbligo scolastico … si adempie perfanciulli ciechi, nelle apposite scuole speciali … o nelle classi ordinarie dellepubbliche scuole. In tali classi devono essere assicurati la necessaria inte-grazione specialistica ed i servizi di sostegno secondo le rispettive compe-tenze dello Stato e degli Enti locali preposti …”.3Circolare del M.P.I. del 28.07.1979, n. 199: “… è da evitare l’utilizzazionedi insegnanti che non abbiano alcuna qualifica o alcuna esperienza in or-dine alle condizioni di handicap per le quali sono previsti gli interventi di so-stegno … bisogna evitare che i suoi compiti siano interpretati in modoriduttivo e cioè in sottordine all’insegnante di classe … deve quindi esserepienamente coinvolto nella programmazione educativa e partecipare a parititolo alla elaborazione ed alla verifica delle attività di competenza dei con-sigli e dei collegi dei docenti … il processo di integrazione va rapportato allapeculiarità del singolo soggetto e non consente generalizzazioni. Natural-mente l’attività di sostegno non è un’azione meramente creativa da lasciareall’intuizione e all’inventiva dei singoli operatori … devono essere capaci dirispondere ai bisogni educativi degli alunni con interventi calibrati sulle con-dizioni personali di ciascuno. Anche il processo di socializzazione esige sia laconoscenza della specifica situazione del soggetto, sia quelle del gruppo edella comunità scolastica in cui esso viene inserito …”.4Circolare del M.P.I. del 03.09.1985, n. 250: “… alla segnalazione del-l’alunno come portatore di handicap e all’acquisizione della documentazioneattestante tale situazione deve far seguito, dopo un’attenta osservazione del-l’alunno stesso, una diagnosi funzionale ed un intervento educativo e di-dattico adeguato, alla cui definizione provvederanno, ognuno per la parte dicompetenza, gli operatori delle Unità Sanitaria Locali, degli Enti locali edella scuola con la collaborazione dei genitori ...”.BibliografiaAA.VV.: “Manuale di pedagogia speciale”, ed. Laterza, 1999.AA.VV.: “Il bambino non vedente pluriminorato”, ed. Borla,1992.Anolli L.; P. Legrenzi: “Psicologia generale”, ed. 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